Nacque
a Laino in Valle d’Intelvi nel 1668 e morì nello stesso luogo nel 1751.
Si dedicò alla pittura fin da giovane. Alcuni gli attribuiscono la scuola
presso la bottega dei Recchi. Per questione di date non potrebbe comunque
essere stato allievo diretto di Giovanni Battista, l’ultimo dei Recchi,
all’epoca già molto anziano. Il suo vero maestro fu Marcantonio
Franceschini, del quale frequentò la scuola trasferendosi a Bologna, dove
ebbe la possibilità di completare la sua formazione con lo studio dei
Carracci e di Reni e poi di Correggio a Parma e Piacenza. Avrebbe anche
soggiornato a Venezia per raccogliere i nuovi orientamenti e nello stesso
tempo osservare le opere cinquecentesche di Tintoretto e di Tiziano.
Per
circa dieci anni, dopo l’esperienza del 1682 a Udine, lavorò tra il
Friuli e la Valle d’Intelvi. Fu qui chiamato perché, mancando una
scuola locale, era richiesta l’opera di decoratori e affrescatori. Nel
1703 insieme al suo allievo Carlo Innocenzo Carloni si recò a Lubiana,
dove realizzò l’importante commissione della decorazione ad affresco
della cattedrale. Dopo aver eseguito diversi lavori in Austria, dove lasciò
forse la sua migliore produzione, ritornò a Bergamo nel 1710 e lavorò
soprattutto nella provincia per dieci anni, con episodi lavorativi anche
nel comasco e a Brescia. Nel 1720 tornò a Lubiana accompagnato da uno dei
suoi sette figli, dei quali tre pittori. Questo fu il suo ultimo soggiorno
all’estero, dopo il quale concentrò la sua attività in Lombardia,
ritornando nella bergamasca. Nel 1715 aprì a Laino una scuola di pittura.
Dopo il 1726 cessò la sua attività pittorica anche se diverse opere
posteriori a questa data portano la sua firma. Sino ad oggi non è stato
considerato dalla critica; è stato riscoperto da poco ed è considerato una delle più
interessanti personalità a cavallo dei secoli 1600 e 1700. Purtroppo la
partecipazione dei collaboratori fece considerare suoi diversi lavori
scadenti. Altre opere lasciano molti dubbi, come gli affreschi nella
navata eseguiti alla chiesa della Madonna dei Campi, dove Giulio Quaglio
è in parte riscontrabile, ma probabilmente il suo contributo è dovuto
alla direzione dell’opera.
Il
Quaglio ha dipinto a Stezzano la volta a crociera nella sacristia della
chiesa parrocchiale.
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